da FOCUS

Come cani da tartufo, alcuni studenti a quattro zampe sono riusciti a seguire la scia di cioccolato lasciata sul terreno, affidandosi solo al loro naso. L’esperimento dimostrerebbe che il nostro olfatto non è poi così male.
NELLA FOTO: Uno studente intento a rintracciare il cioccolato. In fucsia il percorso fatto.© Jess Porter, UC Berkeley
È vero, gli esseri umani non sono in grado di annusare e individuare un carico di droga o di esplosivo in aeroporto, oppure di riconoscere qualcuno solo dall’odore, come possono fare i cani. Tuttavia la nostra capacità olfattiva sembra che sia sempre stata sottovalutata.

Vita da cani

È quello che emerge da un nuovo studio che ha visto protagonisti una trentina di studenti dell’università di Berkeley, in California, che bendati e a quattro zampe dovevano seguire un tracciato odoroso di 10 metri, in una decina di minuti. La scia di essenza di cioccolato, con cui era stato cosparso il pezzo di terreno erboso, è stata rintracciata con successo, nel tempo stabilito, dai due terzi dei volontari. E i ricercatori si sono anche accorti che nei giorni seguenti le loro performance miglioravano notevolmente. Cosa che ha fatto supporre che la nostra capacità olfattiva sia un po’ “fiaccata” dal poco uso.
Meno naso, più testa
Se rispetto a cani e topi, inoltre, abbiamo pochi recettori dell’olfatto – e la varietà degli odori che riusciamo a riconoscere non è così ampia e dettagliata come in questi animali – a nostro vantaggio abbiamo il cervello. Secondo il team che ha condotto la ricerca, infatti, riusciamo a rimediare alle nostre lacune di tipo strutturale, con una buona capacità di analizzare e elaborare le informazioni, avvicinandoci così in parte a quello che può fare il naso di un cane. E proprio come fanno i cani, anche noi identifichiamo l’odore con numerose sniffate, ma quando una delle due narici viene tappata – come è successo agli studenti – la nostra capacità di seguire il tracciato odoroso peggiora. Probabilmente le narici agiscono in coppia per conferire all’olfatto un effetto “stereo”, utile per l’identificazione degli odori nello spazio, più che al suolo.
(Notizia aggiornata al 18 dicembre 2006)