Pensa ad una clessidra: due ampolle identiche, sovrapposte l’una all’altra.
Una contiene della sabbia. L’altra è vuota.
La clessidra è inerte in sé: luce e buio; bene e male; pieno e vuoto; possibile e impossibile; morte e vita…
Poi interviene una forza che rovescia il tutto dando il via ad un processo, ad una turbolenza.
La sabbia fluisce da un’ampolla all’altra, lentamente ma inesorabilmente. Si genera una realtà di passaggio. Una realtà di moto. Una realtà di energia che scorre.
Gli equilibri mutano.
In un solo istante i pesi e le misure si  equivalgono. In un solo istante di tutto il processo di mutazione dell’energia c’è equilibrio.
Poi, alla fine, tutto torna ad essere immoto.
Tutto è silenzio, di nuovo.
Tutto è come all’origine, anche se c’è stato un passaggio.
Ecco, interviene nuovamente un’energia dall’esterno. Tutto ricomincia. Il tempo scorre di nuovo. Gli equilibri cambiano in un processo identico e ripetitivo.
All’infinito.

Cos’è quest’energia esterna che muove la clessidra?
Perché la muove?
Il segreto è nel passaggio. Il resto non esiste. Non conta!