Verso il Parco Canile Luca Spennacchio

CANILE 3.0

Il Canile che sogno è il Canile che non ha la necessità di esistere.
Ma questo Canile esiste in un Mondo che non è questo.
Il nostro compito è di costruire quel Mondo che ora non c’è,
e di costruirlo partendo proprio dal canile che c’è

Canile 1.0 – anni ’50: nasce il canile come presidio medico veterinario per la prevenzione alla diffusione di zoonosi come la rabbia.

Canile 2.0 – anni ’90: la prassi dell’eutanasia nei canili viene abolita e la legge 281/91 cambia la prospettiva sul benessere animale.

Canile 3.0 – Oggi! Il canile diviene luogo di servizi alla cittadinanza e centro di diffusione culturale del rapporto uomo – alterità animali.

 

Riflessioni e quesiti. Che cosa possiamo fare per cambiare le cose

  • i canili ci sono perché moltissime persone abbandonano/cedono il loro cane! (perché?)
  • il livello culturale in materia cinofila è bassissimo! (perché?)
  • moltissimi cani sviluppano problemi del comportamento divenendo un pericolo o un grande peso per la famiglia! (perché?)
  • cosa spinge un individuo/famiglia ad adottare/acquistare un cane e poi a liberarsene?
  • che tipo di esperienza fanno i cani che vivono in canile, positiva per loro? negativa? (perché?)
  • quali sono gli obiettivi della struttura canile? quali dovrebbero essere?
  • a livello sociale, com’è percepito il canile? e i cani che ci vivono?
  • perché una persona dovrebbe adottare un cane dal canile?
  • come viene guidata nell’adozione?
  • che appoggio ha dalla struttura una volta che avrà adottato un cane?
  • perché alcune persone (spesso molte) riportano il cane adottato in canile?
  • che livello di professionalità c’è nel personale addetto alla cura dei cani ospiti?
  • che livello di sicurezza sul lavoro hanno le persone che lavorano in un canile/rifugio?
  • la struttura, così come è concepita, facilita il lavoro quotidiano degli operatori? che migliorie sarebbero necessarie?
  • la struttura così come è fatta aiuta i cani a vivere dignitosamente rispettando i loro bisogni (non solo quelli fisiologici)?
  • che tipo di attività vengono svolte dalla struttura per “pubblicizzare” i suoi ospiti?
  • la struttura fa iniziative culturali?
  • che tipo di servizi offre la struttura canile alla comunità?

Dalle domande alle risposte. Il cambiamento culturale

Ora, l’ennesima e fondamentale domanda da porsi è: cosa possiamo fare per cambiare le cose?

Questo è assolutamente il primo passo (qui si da per scontato che la situazione attuale nazionale sia considerata assolutamente insostenibile per un paese civile, quale il nostro vorrebbe essere considerato): farsi delle domande e cercare le risposte, cogliere soluzioni da chi le ha già trovate, prendere coscienza della situazione e porsi l’obiettivo di cambiarla – che in pratica significa studiare delle nuove strategie.

E’ necessario analizzare la questione “canile” sotto molteplici prospettive, frazionare il macro-problema in micro-problemi affrontabili e risolvibili con le giuste competenze e strategie, realistiche non troppo complesse.

E’ ora di cominciare ad affrontare la questione in modo serio e professionale se la si vuole cambiare. Purtroppo non è cosa facile, dato che alla base di tutto c’è un radicale cambiamento culturale, a partire proprio da chi con i cani ci lavora quotidianamente. Tutto ciò non può più essere lasciato all’improvvisazione e all’intuito individuale…

Il Progetto CANILE 3.0

A chi si rivolge il progetto Canile 3.0?

Sarebbe troppo banale dire: a tutti?

Forse sì, ma in realtà è proprio così. Tutti coloro che si occupano a vario titolo di cinofilia potrebbero essere interessati a questo incontro: educatori cinofili, medici veterinari, operatori di canile, volontari, gestori di rifugi, associazioni animaliste, ecc.

Di fatto l’obiettivo del Canile 3.0 in forma di seminario è presentare nuovi punti di vista e nuove strategie per cercare di cambiare aspetti culturali del nostro paese troppo carenti in ambito di cinofilia e dintorni.

Trasformare il canile in un centro culturale, in un luogo dal quale si possa diffondere una nuova visione del cane per poterlo rivalutare e riconsiderare prezioso quanto in effetti è. Convertire il canile in un luogo di formazione professionale, in un centro servizi per la comunità, in uno spazio didattico per le generazioni future. Perché il canile non sia più un luogo dove viene messo ciò che la comunità scarta e rifiuta, ma un luogo dal quale escano compagni preziosi per la nostra stessa società.

Il primo passo del cambiamento è quello di volerlo fare.